Questione di progetto

Recentemente nella mia scuola è stata proposta, da parte di una nota azienda di servizi televisivi via satellite, l’adesione ad un progetto riguardante le sole scuole secondarie di primo grado (altrimenti conosciute come scuole medie). Il progetto consiste nella fornitura dell’attrezzatura (parabola e decoder) per poter vedere i canali offerta dall’azienda in modo totalmente gratuito.

Questa proposta mi ha lasciato molto perplesso e vi spiego perchè.

Al di là del contenuto dei programmi, che non voglio giudicare, non è questo il punto, ho riflettuto sull’opportunità di aderire ad un progetto del genere.

  1. mi sembra un’iniziativa commerciale che ben poco si adatta ad una proposta educativo-didattica propria di una scuola pubblica. Il fine ultimo di questa improvvisa generosità credo che non possa essere altro che avere pubblicità a poco prezzo usando gli insegnanti e i ragazzi. La cosa che mi dà più fastidio è il fatto che è un’operazione “subdola”: non si dice chi offre il servizio, nei programmi non dovrebbe comparire il logo dell’azienda, ma tutti alla fine sapranno chi offre i programmi e quindi…. tirate voi le conclusioni. La scuola pubblica usata come mezzo per fare pubblicità.
  2. l’adesione al progetto non nasce da un’esigenza dei docenti, da un loro bisogno, ma da un’esigenza e un bisogno dell’azienda: quella di ampliare l’utenza. Se gli insegnanti avessere avuto bisogno di video per condurre la propria lezione lo avrebbero già messo in atto, ma poi scopro che nel plesso in questione la televisione non c’è :-0
    Quindi mi chiedo: perchè dare spazio ad un bisogno che non c’è? Credo che nella scuola il punto di partenza debba essere un altro: la professionalità dei docenti che ricercano materiali e soluzioni per il percorso didattico pensato da loro, calibrato per i ragazzi che hanno davanti e non invece l’adattarsi alle proposte che vengono dall’esterno mosse da fini puramente commerciali! Diverso sarebbe stato l’approccio se fosse stata una proposta sollevata dai docenti per ampliare l’offerta formativa.
  3. l’utilizzo efficace di una risorsa di questo tipo prevede che, prima della presentazione ai ragazzi del video scelto, l’insegnante debba fare dei passi obbligatori. Per prima cosa è necessario che si conosca il palinsesto con le offerte, i programmi e le risorse. Poi il docente dovrebbe avere la possibilità quantomeno di visionare il programma che sceglie per valutarne l’efficacia didattica. Per ultimo, una volta fatte le valutazioni rispetto alla validità, la presentazione ai ragazzi slegata dagli orari di trasmissione. Per come conosco io la realtà scolastica vedo questi passaggi molto difficili da realizzare. L’alternativa è la visione a scatola chiusa di un programma, di un documentario con il rischio che non si adatti ai bisogni reali dell’insegnante.

Dopo queste considerazioni ho ritenuto di votare contro la proposta quando è stato chiesto il mio parere. Rivendico l’autonomia di scelte e di programmazione del docente, libero da pressioni commerciali esterne che hanno come obiettivo quello di alzare le entrate di un’azienda.

Mi rendo conto che lo specchietto delle allodole dei programmi interessanti sia molto allettante, ma c’è in gioco la professionalità di chi lavora nella scuola, la progettualità e il senso delle proposte che vengono fatte per aiutare i ragazzi a migliorare il proprio processo di apprendimento.

Dobbiamo tenere presente che le aziende hanno un unico obiettivo: quello di avere un utile commerciale. Non dimentichiamolo!

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