Proviamo

risorse per la didattica e pensieri a ruota libera

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Ambienti per lavorare in team

Ci sono un sacco di ambienti per lavorare in team, pensati proprio per quello.

Sto pensando a Mattermost oppure a Rocket.Chat oppure ancora a Matrix/Element, tutte soluzioni che danno la possibilità per esempio di essere installate su server autogestiti. E ai quali non manca proprio nulla: chat, possibilità di fare chat di gruppo focalizzate su un argomento, di condividere file, di fare audio o video chat, il tutto in modo semplice ed efficace

Il problema che è bisogna insegnare a chi vuol lavorare con te ad usarli, e spesso le persone non hanno né la voglia né il tempo per farlo. Quasi sempre la risposta è: ma perchè non usiamo Whatsapp? Tanto ce l’hanno tutti!

I sistemi che ho citato sopra permettono di comunicare con un gruppo di lavoro in modo indipendente dai grandi monopolizzatori del web, i famosi GAFAM (Google, Apple, Facebook, Amazon, Microsoft) che alla fine sono dei grandi “succhiatori” di informazioni e di dati. E per esempio non hanno bisogno di utilizzare il numero di telefono per aggiungere persone al team di lavoro.

E allora al bando la pigrizia e proviamo ad usarli! Ad esempio registrandosi su Framateam e avviando un gruppo di lavoro.

I messaggi vocali

Quanti di voi con le applicazioni di messaggistica, come WhatsApp o Telegram, fanno uso di messaggi vocali? Credo tutti: sono veloci, immediati, restano a metà strada tra una telefonata e un messaggio scritto. Hanno però un paio di difetti: se devo recuperare un’informazione contenuta in un vocale devo per forza riascoltare il messaggio, se sono sono in una situazione in cui non posso disturbare oppure c’è molto rumore ascoltare un messaggio vocale può diventare faticoso.

Per ovviare a questi due inconvenienti io trasformo il vocale in testo che poi posso leggermi con tutta calma. Come?

Ecco il metodo che uso io. Prima di tutto ho bisogno di aver installato sul mio smartphone l’applicazione Telegram. Lo puoi fare dall’App Store o dal Google Play Store. Telegram è un’applicazione di messaggistica molto simile a WhatsApp.

Una volta fatto questo creo un gruppo in cui metto come partecipante l’utente @trascriber_bot.

Schermata del telefono in cui si vede l'utente @transcriber_bot

L’utente @trasncriber_bot in realtà è un programma che prende un audio, riconosce le parole e le restituisce come messaggi scritto.

Dopo aver creato il gruppo è necessario impostare il bot:

  • scrivo \start per avviarlo
  • nel messaggio di avviso compaiono le lingue attive, clicco su \italian

A questo punto non mi resta da fare altro che prendere un audio che arriva su un altro gruppo, selezionarlo e condividerlo in questo gruppo.

Posso fare la stessa operazione anche se il messaggio vocale è stato inviato su WhatsApp: tengo premuto il messaggio per selezionarlo, clicco sull’icona di condivisione, scelgo telegram e in particolare il gruppo dove ho inserito il bot @transcriber_bot.

In questo modo posso leggermi con calma i vocali che mi vengono inviati e recuperare le informazioni anche in un secondo momento senza per forza riascoltare tutto il messaggio.

Usi un altro metodo per trasformare i vocali in testo? Scrivilo nei commenti!

Proviamo Gutenberg

Nuova versione dell’editor di testo per WordPress: Gutenberg.

Una prima installazione attraverso il plugin nel sito che spesso utilizzo come banco di prova di nuove funzionalità o esperimenti.

Schermata in fase di lavoro

Prime impressioni:

  • molto intuitivo in tutte le funzionalità
  • creazione di elenchi puntati veloce e automatico
  • inserimento di immagini funzionale e immediato

Per ora ho solo note positive. Ora bisogna vedere se si integra con i vari temi utilizzati nei vari siti.

La redazione del testo è impostata a blocchi indipendenti che possono essere combinati tra loro.

Complimenti al team di WordPress che ha fatto un buonissimo lavoro!

Framasoft

Rieccomi a scrivere dopo più di un anno di silenzio. L’occasione è quella legata alle esplorazioni che mi stanno occupando in questo ultimo periodo e che riguardano l’associazione Framasoft.

Grazie a Roberto Marcolin, che spesso con i suoi tweet manda spunti interessanti, sono ritornato a leggere le pagine di Framasoft e ad utilizzare i suoi numerosi servizi. L’esplorazione fatta attraverso Twitter è virale, nel senso che da cosa nasce cosa e pian piano la mia rete di conoscenza delle risorse legate al mondo Frama* si allarga sempre più.

Gli spunti che ne ricavo tutte le volte sono numerosi, a partire dall’ultimo, un articolo molto lungo e in francese (devo ancora finire di leggerlo 🙁 ) passando per il sito indiano per liberare storie finendo a Framinetest, e il suo uso nella didattica.

Naturalmente tutte queste risorse sono in francese, e allora sono punzecchiato dall’idea di poter portare una parte di queste idee anche in Italia.

Un timido inizio c’è già, un framapad italiano appoggiato su wiildos.it che si sta utilizzando per la localizzazione della EntBox, altra soluzione interessante scovata da Roberto.

E allora avanti tutta! Avanti nell’esplorazione (mi interesserebbe provare ad usare Framateam in cui ho creato tempo fa il gruppo “Insegnarelibero”, oppure anche Framavox, e altri ancora) e poi avanti nel cercare di provare a portare nella realtà italiana queste risorse.

 

Wikibooks

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Iniziate le esplorazioni nel mondo di wikibooks. La prima impressione è che sembra tutto semplice, ma in realtà non lo è.

Spesso si pensa che tutto l’univero wiki* (wikipedia, wikimedia, wikibooks….) sia un ambiente in cui, visto che è libera la possibilità di aggiungere o modificare contenuti, si possa lavorare senza particolari problemi. Niente di più lontano dalla realtà.

Mi sono scontrato con le rigorose istruzioni e indicazioni per la pubblicazione di un testo in wikibooks: un elenco lunghissimo di avvertimenti, indicazioni e altro che, invece che incuriosirmi, mi hanno un po’ scoraggiato. Dopo aver letto tutto mi sono chiesto: ma voglio veramente pubblicare un testo?

Penso che già solo questo fatto potrebbe essere un deterrente non indifferente a chi volesse affrontare la redazione di un testo con leggerezza. Dopo i miei primi timidi tentativi, con la paura di sbagliare qualcosa ad ogni mia mossa, mi sono sentito osservato: subito un altro utente mi ha dato il benvenuto e un altro mi ha suggerito una soluzione rispetto a delle prove che stavo facendo.

E allora mi sono buttato. Creata la mia utenza ho provato a guardare come avevano fatto gli altri scrittori di libri ed ecco che, pian piano, ho mosso i primi passi. Il risultato è l’inizio della traduzione del manuale di Scratch, programma che offre una grande varietà di attività per acquisire il linguaggio computazionale.

Questo è il risultato e il materiale di lavoro, con i testi da tradurre, è depositato nella mia sandbox, un luogo in cui fare tutte le prove che si vogliono, senza il timore di combinare guai.

Che possa essere un ambiente in cui creare libri di testo liberi e che possano essere adottati nelle scuole? Libri sempre in evoluzione disponibili per tutti e da tutti migliorabili?

L’appetito vien mangiando e io sto cominciando a sedermi a tavola.

Libro digitale, in quale forma?

Quanti discorsi riguardo i libri digitali, gli ebook, i servizi on-line e altro ancora si sentono nel mondo della scuola di questi tempi.

Infatti nel campo dell’editoria scolastica sta avvenendo una piccola/grande rivoluzione. Leggendo l’articolo Digitale e cartaceo: una traduzione ancora troppo letterale, ho trovato confermate le idee che mi sto facendo riguardo questo argomento. Utilizzando il mezzo digitale la modalità di approccio deve essere differente. Invece vedo proposte che continuano nella falsariga del passato, con contenitori chiusi in cui inserire contenuti bloccati. Gli ebook di cui tanto si parla seguono ancora la logica del libro di testo: contenuti predisposti e fissi nel tempo. I collegamenti a materiale reperibile on-line non modificano la fissità della logica entro cui sono nati.

Allora ecco che, seguendo il corso di Andreas Formiconi, il Loptis, ho cominciato a riflettere sulle opportunità che un mezzo come il blog può offrire agli insegnanti digitali. Si viene a formare pian piano un libro di testo che contiene tutto ciò che serve e che in più ha la possibilità di far interagire tra loro le persone che approdano alla riva di questo fiume di conoscenza che scorre nel tempo.

Andreas ha poi preparato un indice, che non è solo un puro elenco degli articoli presenti nel blog, ma diventa una chiave di lettura via via differente a seconda dei percorsi che guidano chi legge nella scoperta dell’interessante materiale presente nel laboratorio.

E allora ecco l’idea, subito condivisa con Martina: perchè non provare a fare qualcosa di simile anche per le nostre realtà scolastiche?

Il risultato è questo: il Liblog, a metà strada tra il libro e il blog, laboratorio in continuo divenire che per ora raccoglie il materiale prodotto da Martina, ma che stà pian piano arricchendosi di altro materiale.

Il liblog, una soluzione indipendente, autonoma ma estremamente stimolante e coinvolgente.

Gestione del sito dal telefono

Sto usando la app per android per gestire i siti web creati con wordpress. Devo dire che la cosa mi piace perché posso gestire più siti con un’unica applicazione. Posto, leggo i commenti, commento a mia volta e seguo tutti blog di wordpress scuola sono iscritto.
Fantastico!!