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risorse per la didattica e pensieri a ruota libera

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Framasoft

Rieccomi a scrivere dopo più di un anno di silenzio. L’occasione è quella legata alle esplorazioni che mi stanno occupando in questo ultimo periodo e che riguardano l’associazione Framasoft.

Grazie a Roberto Marcolin, che spesso con i suoi tweet manda spunti interessanti, sono ritornato a leggere le pagine di Framasoft e ad utilizzare i suoi numerosi servizi. L’esplorazione fatta attraverso Twitter è virale, nel senso che da cosa nasce cosa e pian piano la mia rete di conoscenza delle risorse legate al mondo Frama* si allarga sempre più.

Gli spunti che ne ricavo tutte le volte sono numerosi, a partire dall’ultimo, un articolo molto lungo e in francese (devo ancora finire di leggerlo 🙁 ) passando per il sito indiano per liberare storie finendo a Framinetest, e il suo uso nella didattica.

Naturalmente tutte queste risorse sono in francese, e allora sono punzecchiato dall’idea di poter portare una parte di queste idee anche in Italia.

Un timido inizio c’è già, un framapad italiano appoggiato su wiildos.it che si sta utilizzando per la localizzazione della EntBox, altra soluzione interessante scovata da Roberto.

E allora avanti tutta! Avanti nell’esplorazione (mi interesserebbe provare ad usare Framateam in cui ho creato tempo fa il gruppo “Insegnarelibero”, oppure anche Framavox, e altri ancora) e poi avanti nel cercare di provare a portare nella realtà italiana queste risorse.

 

Uso il software libero perchè…

Dopo aver letto su facebook un post di Stefano Ghidini che invitata le scuole a lasciar perdere la scelta del software libero ecco alcuni pensieri a riguardo.

Uso software libero e penso che sia importante fare questa scelta nella scuola per questi motivi.

  • perchè funziona;
  • perchè è un approccio differente, basato sull’indipendenza di ognuno;
  • perchè è un modello che funziona, non a caso i vari google, amazon, facebook sono stati costruiti e si basano su software libero;
  • perchè è meglio insegnare che cosa è e cosa si può fare con un foglio di calcolo invece che addestrare all’uso di uno specifico strumento che poi nel tempo può cambiare;
  • perchè è meglio insegnare la cultura della legalità che è insita nel software libero visto che non bisogna ricorrere a sotterfugi per evitare di pagare il programma;
  • perchè è inclusione, e nella scuola, come a mio parere nella vita, l’inclusione è un grande valore;
  • perchè conviene a tutti, non solo a chi vende o confeziona il software;
  • perchè è meglio comprare servizi che prodotti;
  • perchè usare il software libero aumenta le mie competenze e mi fa crescere;
  • perchè promuove l’uso di standard aperti per una libera concorrenza, senza bloccare tutto come era fino a qualche anno fa;
  • perchè in molti hanno capito che open è meglio, vedi per esempio l’ultima notizia delle università italiane che hanno offerto corsi liberamente accessibili;
  • perchè progetti come wikipedia hanno avuto e continuano ad avere una crescita esponenziale proprio perchè basati su software libero e sulla cultura della condivisione della conoscenza;
  • perchè il software non è un prodotto ma un’idea, e le idee non si possono racchiudere o brevettare, vanno fatte circolare;
  • perchè insieme è meglio (cit. Alberto Ardizzone e Porte Aperte sul Web);
  • ah, dimenticavo… perchè la legge italiana lo impone come prima scelta alle pubbliche amministrazioni;

E ci sono anche tanti altri esempi e motivi per cui è preferibile se non addirittura un obbligo morale per la scuola la scelta del software libero ma io mi accontento di questi.

Quindi per queste e altre ragioni ho deciso di investire tempo e risorse per usare software libero e fare in modo che sia il più usabile possibile. Se anche le aziende lo capissero crescerebbe ancora più velocemente di come ha fatto fino ad ora.

Prove invalsi – maschera java in versione test

Le prove Invalsi di quest’anno sono ormai alle porte. Da due anni è a disposizione una maschera scritta in java che permette di tabulare i risultati anche alle scuole dove non è installato Excel ma è stata fatta un’altra scelta, per esempio Libreoffice. Chi si occupa di questa soluzione in Invalsi è l’ing. Leonardo Villani che si è dimostrato estremamente disponibile a supportare le scuole che hanno fatto questa scelta negli scorsi anni.
Dietro la richiesta di Valeria Framondino, insegnante che frequenta la lista wii libera la lavagna, di avere la possibilità di testare la maschera in modo da prevenire eventuali problemi Leonardo Villani ha inviato questa mail:
Per quanti di Voi abbiano fatto richiesta di utilizzo della maschera Java o per chi interessato al solo test della stessa, in fondo alla presente troverete un link per il download della maschera di test Java.
I dati al suo interno sono da riferirsi al 2015 per ovvie ragioni.
Per eseguirla è necessario aver istallato e configurato una Java Virtual Machine compatibile Oracle JRE 1.7.
E’ in formato compresso (.zip) , quindi va scompattata ed eseguita da terminale per i sistemi Linux e Mac, estratta ed eseguita da terminale, ovvero cliccando sull’icona, per i sistemi Microsoft.
Una semplice guida la troverete nel file allegato (readMe.doc).
E’ possibile testare un istituto fittizio RMIC000000 e le sole classi di livello 2,5,10 che troverete disponibili. Si potrebbero avere messaggi del tipo: “nessuna classe per il corso di studio selezionato”, è normale.
Troverete la versione ufficiale il giorno delle Prove sul sito Invalsi.
AugurandoVi un buon lavoro Vi ringrazio e resto a disposizione, Leonardo Villani
Invitiamo quindi a diffondere questa notizia in modo che venga raggiunto il maggior numero possibile di scuole che potrebbero essere interessate.
Ci auguriamo che la soluzione della maschera java sia disponibile sul sito Invalsi senza che se ne debba fare una specifica richiesta.

Gli accordi del MIUR

È fresca di questi giorni la notizia che il nostro ministero dell’università e della ricerca ha siglato un protocollo di intesa con Telecom per la creazione di un ambiente di lavoro chiamato EducaTi.

Rimango sempre stupito quando vengo a conoscenza di questi accordi con ditte più o meno solide e conosciute, perchè non capisco quali vantaggi a lungo termine possa avere questo ingresso nella scuola di società commerciali che nella scuola c’entrano poco. Il sospetto che non ci sia un progetto che nasce dentro l’istituzione scolastica ma che siano proposte che vengono dall’esterno è molto forte.

Perchè non partire da una idea che abbia dei principi generali di valore assoluto, come l’attenzione alle licenze con cui viene rilasciato il materiale, il rispetto di quanto espresso nell’articolo 68 del codice dell’amministrazione digitale che, come è noto, promuove e sollecita soluzioni aperte?

Quindi se da una parte l’istituzione dovrebbe rispettare la legge e il regolamento che da essa scaturisce, dall’altra si piega a soluzioni che in partenza non lo possono rispettare per loro natura.

Se invece si chiede di promuovere prodotti liberi la risposta è che non è possibile imporre soluzioni alle scuole nel rispetto della loro autonomia.

Allora mi chiedo: come si concilia questa posizione con i vari accordi citati sopra? Non sarebbe più conveniente per tutti che il ministero detti delle caratteristiche generali da rispettare e che siano le aziende ad adattarsi alla richiesta?

Allora si che l’investimento avrebbe un ritorno positivo a lungo termine su tutta l’istituzione pubblica, liberandola la legami e lacci che attualmente la obbligano a soluzioni vincolanti con poche aziende.

Linux day a Milano

Sabato 25 ottobre si è tenuto in tutta Italia il Linux Day, una giornata dedicata alla diffusione del sistema libero.

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Ho partecipato all’evento organizzato da Luigi Sciagura, del Siam di Milano, per parlare di WiildOs, la lavagna libera, di Libre Office e della neonata associazione LibreItalia di cui faccio parte.

Ecco la mia presentazione:

Far vedere che ci siamo

Tante volte chi usa software libero ha l’impressione di essere solo, soprattutto quando parla delle proprie scelte alle persone che conosce e cerca in qualche modo di diffondere ad altri l’utilizzo di questi programmi. Quando ho conosciuto crowdmap mi sono incuriosito: dare la possibilità di segnalare punti di interesse, eventi o altro su una mappa mi sembra una grande opportunità. Ecco allora che ho pensato ad una mappa che faccia uscire dal guscio chi usa software libero a scuola. Ecco il risultato:

Mappa del software libero a scuola

Il software libero a scuola

Naturalmente le mappe non sono sicuramente esaustive, molte realtà non sono segnalate, ci sono situazioni in cui il software libero è usato ma per vari motivi non è stato indicato nella mappa. Uno dei motivi credo che sia il fatto che questa iniziativa non è molto conosciuta, soprattutto nell’ambiente scolastico. Oltre a una sorta di pudore che impedisce alle persone di divulgare ciò che fanno, pensando che sia una cosa banale o che non interessi ad altri.

Spinto da questa prima idea ho proposto altre due mappe, una riguardo le scuole che utilizzano i modelli predisposti dalla comunità di Porte Aperte sul Web per il loro sito istituzionale:

mappa_porteaperte

Scuole che utilizzano il modello di Porte Aperte sul Web

l’altra rispetto all’utilizzo di Libreoffice nelle varie realtà: lavorativa, nella pubblica amministrazione, per uso privato:

mappa_libreoffice

Uso di Libreoffice

Quindi, se non hai ancora indicato niente in queste due mappe, perché non farlo ora? E perché non diffondere l’iniziativa a chi conosci per aumentare le indicazioni?

Come dice spesso Alberto Ardizzone, anima della comunità di Porte Aperte, insieme si può, insieme è meglio!