L’onda Jitsi

Una delle cose che mi piace del è la diffusione non controllata generata dalla condivisione. Per esempio Jitsi, di cui pochi erano a conoscenza, un applicativo web per fare video conferenze in modo molto semplice, in una settimana ha avuto prima un picco di richieste, poi una guida scritta da Matteo Ruffoni su wikibooks, che poi ha continuato ad ampliarsi, poi istanze di Jitsi che si sono moltiplicate grazie alla disponibilità di tanti.

Risultato:

adesso ci sono almeno 11 posti nel web dove poter fare videoconferenze con Jitsi e il server originario ha aumentato le risorse a disposizione per far fronte al carico che ha ricevuto in questo ultimo periodo.

Chi ha offerto le istanze Jitsi? Fondazioni, privati cittadini, alcune società. Qualcuno si è messo su in proprio una istanza per i propri usi professionali. Tutto il carico quindi rimane distribuito, decentrato e diffuso. La guida è sempre disponibile e migliorabile.

E poi, per i più abili, una guida per installarlo su una server virtuale.

Beh, che dire? Viva il software libero e avanti cosi!

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